venerdì 18 giugno 2010

Preghiera dell'essere

Sento sempre un certo disagio e una certa fatica quando devo parlare della preghiera, perché mi pare che sia una realtà di cui non si possa parlare. Si può invitare a pregare, esortare, consigliare. Ma la preghiera è qualcosa di così personale, di cosí intimo, di cosí nostro, che diventa difficile parlarne insieme, a meno che davvero il Signore non ci metta tutti in un'atmosfera di preghiera. Vorrei allora comincire proprio con una preghiera, vorrei dire così:

Signore, tu sai che io non so pregare, e allora come posso parlare ad altri della preghiera?
Come posso insegnare ad altri qualcosa sulla preghiera?
Tu solo, Signore, sai pregare.
Tu hai pregato sulla montagna, nella notte.
Tu hai pregato nelle pianure della Palestina.
Tu hai pregato nel giardino della tua agonia.
Tu hai pregato sulla croce.
Tu solo, Signore, sei il maestro della preghiera.
E tu hai dato a ciascuno di noi, come maestro personale, lo Spirito Santo.
Ebbene, soltanto nella fiducia in te, Signore, Maestro di preghiera, adoratore del Padre in Spirito e verità,
soltanto con la fiducia nello Spirito che vive in noi,
possiamo cercare di dire qualcosa, di esortarci a vicenda,
per scambiarci qualche tuo dono, rispetto a questa meravigliosa realtà.
La preghiera è la possibilità che noi abbiamo di parlare con te, Signore Gesù, nostro salvatore,
di parlare con il Padre tuo e con lo Spirito,
e di parlare con semplicità e verità.
Madre nostra Maria, maestra nella preghiera, aiutaci, illuminaci, guidaci
in questo cammino che anche tu hai percorso prima di noi,
conoscendo Dio Padre e la sua volontà.

Carlo Maria Martini, “Qualcosa di personale. Meditazioni sulla preghiera”, pag. 11

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