giovedì 17 giugno 2010

Carlo Maria Martini, “Qualcosa di personale. Meditazioni sulla preghiera”

Una delle difficoltà che io sento molto nella preghiera è il pensiero delle sofferenze di tanti nostri fratelli. E, ancora di più, il pensiero di coloro che di fronte agli avvenimenti dolorosi restano turbati nella fede e si domandano perché Dio non intervenga.
Queste, e altre difficoltà che possiamo avvertire, credo vadano superate portando tutto ciò che abbiamo dentro nella preghiera. Se non facessimo così, la nostra non sarebbe una preghiera vera, ma artificiale, separata dalla vita. Nel silenzio e davanti a Dio, esprimiamo cio che proviamo, persino la difficoltà di metterci di fronte a Lui e di conoscere il Dio rivelatosi in Gesù Crocifisso.
Possamo inziare dicendo:

Signore, Dio misterioso, noi ti conosciamo così poco!
A volte, poi, abbiamo l'impressione di conoscerti ancora meno.
Ci sembra di lottare con te, come Giacobbe lottò con l'Angelo;
ci sembra di lottare con l'immagine che abbiamo di te.
Non possiamo comprenderti, non riusciamo a capirti.

O Signore, svela il tuo Volto, manifesta a noi il Volto del tuo figlio crocifisso.
Fa' che in questo Volto noi possiamo capire qualcosa delle sofferenze che si abbattono su tanta parte dell'umanità.
Fa' che possiamo conoscerti cone tu veramente sei, nel tuo Figlio crocifisso per noi, nella sua morte, nella sua agonia e nella sua risurrezione alla vita.
Amen
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pag. 9-10

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