giovedì 20 novembre 2014

Per entrare in preghiera contemplativa di fronte alle beatitudini, il regno e la giustizia

Le Beatitudini
Incominciamo a riflettere sull’insieme del brano delle Beatitudini, conosciuto anche dai non cristiani; sappiamo, ad esempio, che Gandhi lo citava spesso, e così pure altri personaggi del mondo non cristiano.
Quante solo le Beatitudini secondo Matteo?
Talora si risponde che sono otto, ma se le contiamo attentamente ci accorgiamo che in realtà sono nove:

"Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Le prime otto Beatitudini  hanno una forma letteraria omogenea, sono tutte alla terza persona plurale: beati coloro che sono poveri, afflitti, miti, misericordiosi, eccetera. La felicità è attribuita a chi ha o vive un determinato atteggiamento. La nona, invece, costituisce un appellativo diretto, alla seconda persona plurale: beati voi e ricorda la forma letteraria delle quattro Beatitudini secondo Luca.
L’omogeneità tra le prime otto, inoltre, è sottolineata dal fatto che la prima – povertà di spirito – e l’ottava – perseguitati per causa della giustizia – terminano con la menzione del regno dei cieli. Quasi a dire che il regno dei cieli fa da cornice agli otto versetti.
E ancora, le otto Beatitudini possono essere divise in due gruppi di quattro, perché ciascun gruppo termina con un’altra parola chiave, la giustizia.
Possiamo allora cercare di comprendere il significato dei termini più evidenziati – beati, regno dei cieli, giustizia- per meglio gustare le singole Beatitudini.

Regno dei cieli
Con l’evocazione misteriosa dei cieli si intende Dio, Colui che abita i cieli: regno dei cieli equivale a regno di Dio.
Ma che cos’è questo Regno la cui venuta continuiamo a invocare nella recita del Padre nostro?
Dobbiamo subito sbarazzarci di un equivoco. Parlando di regno pensiamo di solito a un luogo, a un territorio dove qualcuno regna. Tuttavia il termine greco vuol dire invece l’azione del regnare; il regno è la regalità, il regnare di Dio.
Regno significa un intervento potente di Dio che viene incontro all’uomo, che viene a regnare sull’umanità, che viene incontro ai problemi e alle sofferenze umane.
Ciò che dovremmo cogliere, molto spesso lo dimentichiamo, è che Dio viene con il suo regnare incontro a noi in maniera sovrabbondante, superando tutte le nostre speranze e le nostre attese. Non c’è linguaggio umano che riesca a descrivere adeguatamente la straordinaria grandezza e forza di questo regnare di Dio.
Il tuo Regno, o Signore, il tuo regnare su di noi è sempre al di là di tutto ciò che noi possiamo balbettare con parole e con concetti tratti necessariamente dalla nostra povera e limitata esperienza umana. Il tuo Regno è la tua paternità, che entra in azione; sei Tu che ridiventi Signore e padre nei confronti di noi che siamo schiavi di tante realtà negative, del peccato, del demonio, delle passioni, dell’ignoranza, della malattia, della morte. Il Regno sei tu, o Padre, che ci ami come figli, che ci vuoi tuoi figli, liberi e degni; sei tu, Padre, che ci trasferisci da una situazione di dolore e di peccato, di malattia, di incapacità di amare, alla capacità di amare davvero, di amare come ama Gesù; sei tu che ci trasferisci a una pienezza di vita che non avrà mai fine.
È dunque facile e insieme difficile rispondere alla domanda: che cos’è il Regno?
Perché il Regno è vasto quanto è vasta l’azione di Dio su di noi, quanto grande il suo amore per noi, quanto infinita è la potenza di Dio che si esprime nella storia, al di là della storia, nella eternità. Il Regno è tutto ciò che tu, o mio Dio, hai voluto fare, fai e farai per noi, per me. Il Regno è quindi oltre ogni schema, ogni previsione, ogni possibilità umana. È potenza assoluta di Dio.
È vero che il Regno viene incontro ai nostri bisogni, ai nostri desideri – desideri di compagnia, di amicizia, di verità, di amore, di salute, di vita -, ma non li interpreta in maniera superficiale, come noi li esprimiamo magari nella preghiera (Signore fammi guarire, fammi stare bene). Dio accoglie tutto questo nel suo Regno e però ci dona molto di più.
Nessuna forza o attesa umana può delimitare, restringere, circoscrivere, catturare questa azione salvatrice di Dio, che supera ogni attesa e tuttavia, con amore paterno, previene e colma tutte le cose.
Perciò domandando che venga il tuo Regno, noi chiediamo qualcosa che è al di là di ciò che possiamo immaginare, anche se tutti i nostri desideri di bene e di gioia vi sono inclusi. È potentissima l’invocazione del Regno, ed è una promessa straordinaria la parola di Gesù che dice: di essi è il regno dei cieli.
Signore, donaci dunque di comprendere che è nostro il regno dei cieli.

Giustizia
Il regnare di Dio si può descrivere come un’azione che rimette ogni cosa al posto giusto, come la volontà santa e perfetta di Dio che tiene conto di ogni realtà, rende giustizia a ciascuno e anzi raggiunge la perfetta realizzazione di ogni aspirazione e desiderio, colma ogni attesa e misura umana.
La colma in modo vero, autentico e, in questo senso, l’attività di Dio che instaura il Regno si può chiamare, con termine biblico, giustizia, perché rimette tutto in perfetto ordine, nella perfetta misura. Non naturalmente la misura meschina delle bilance umane, bensì quella sovrabbondante, misericordiosa e salvatrice della bontà divina.
Per questo, accanto alla parole Regno troviamo nelle Beatitudini la parola giustizia, di cui ora abbiamo fame e sete. Noi infatti desideriamo che ogni cosa giunga a perfetto compimento, che la volontà di Dio si compia in tutto e in tutti.
Coloro che hanno fame e sete della giustizia pregano con intensità venga il tuo Regno, amano Dio a tal punto da soffrire persecuzione, da non spaventarsi davanti ad alcun ostacolo purché si realizzi la santa, perfetta, giusta volontà del Signore.

Beati
Noi consideriamo beati coloro che la Chiesa proclama tali. Il termine beati, però, non è inteso in questo senso dalla pagina evangelica. Sarebbe meglio tradurlo felici per comprendere pienamente il pensiero di Gesù.
In altri passi del vangelo e in molti brani della Bibbia ricorre questa espressione. Elisabetta, per esempio, accoglie Maria dicendole: Beata tu tra le donne … e benedetta colei che ha creduto (Lc 1,41-45). Gesù, alla donna che lo loda proclamando beata la donna che lo ha portato in seno e lo ha allattato, risponde: Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica (Lc 11,27-28). A Simone, Gesù rivolge la bellissima lode Beato te Simone … (Mt 16,17).
Beati, felici, fortunati indica, già nell’AT, il valore etico o religioso di una determinata situazione o di un determinato atteggiamento.
Nel nostro brano, Gesù vuole sottolineare il valore di alcune situazioni umane: la povertà di spirito, l’afflizione, la mitezza, la misericordia, la purezza di cuore, la fame e la sete della giustizia.
Potremmo dire che la parola beati costituisce un’antropologia, una descrizione di che cosa è davvero l’uomo felice, vero, autentico.
Le Beatitudini sono dunque la proclamazione del modo di essere uomini evangelici, discepoli autentici di Gesù, uomini e donne fortunate e felici.

Verso la preghiera contemplativa
Il nostro cuore è ormai pieno di desiderio di comprendere meglio le Beatitudini e vi offro allora qualche suggerimento per la preghiera che potrete fare davanti a Gesù Eucaristia, nel silenzio dell’adorazione:
Tu, Gesù, sei re; tu ci porti il Regno e noi ti ringraziamo perché regni su di noi e vogliamo che il tuo Regno venga.
Tu, Gesù, sei nostra giustizia; metti a posto le realtà della mia vita, della mia famiglia, del mio luogo di lavoro, della mia parrocchia. Tu sei nostra giustizia.
Tu, Gesù, sei la nostra beatitudine, la nostra somma felicita, la felicita della mia vita e del mio cuore.
Dopo aver contemplato cosi Gesù nostro re, nostra giustizia e nostra felicità, riflettiamo brevemente su di noi:
‘Signore, regni davvero su di me? la mia vita è a posto? sono giuste le mie azioni? e io sono felice?’.
Ritengo molto importante quest’ultima domanda: sono felice? sono contento, davanti al Signore, della mia vita?
Se rispondo affermativamente, perché sono felice?
E se rispondo negativamente, perché non sono felice?
Forse, in presenza di Gesù eucaristico, scopriremo che certe realtà da noi considerate somma sfortuna sono, invece, fattori di felicità.
Questo, infatti, è il mistero delle Beatitudini.
‘Donaci, Signore, di comprenderle a fondo, fa’ che penetriamo nel tuo cuore, che contempliamo te che le hai proclamate. Noi vogliamo che le Beatitudini ci penetrino, ci salvino, ci diano la pienezza della tua grazia e del tuo dono. Te lo chiediamo, Gesù, per intercessione di Maria tua e nostra madre.

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